“La disfagia è un problema che non riguarda solo gli anziani e non si limita al solo momento deglutitorio” - Idea Flavor

“La disfagia è un problema che non riguarda solo gli anziani e non si limita al solo momento deglutitorio”

Intervista a Laura Bertozzini professionista dello Studio Logopedia Rimini per Idea Flavor.

“La disfagia, ovvero la difficoltà a preparare il bolo o a deglutire, non è necessariamente il sintomo di una patologia connessa con l’età. Non solo chi soffre del morbo di Parkinson, di demenza senile o di altre sindromi tipiche di un’età avanzata può presentare problemi ad alimentarsi, ma ritroviamo frequentemente tale condizione anche in persone più giovani. Pensiamo ad esempio ai pazienti che hanno subito un macro intervento di tipo ortognatodontico o mandibolare, oppure a individui affetti da disturbi dello spettro autistico. Sebbene per cause diverse, un paziente autistico tende a manifestare una selettività molto pronunciata nei confronti del cibo e per tale ragione può scegliere di assumere solo alimenti dello stesso colore o della stessa consistenza o non volerne assumere affatto.
In alcuni pazienti che presentano malattie di natura neurologica come la disprassia, il sintomo della disfagia è legato alla difficoltà nella coordinazione dei movimenti della bocca. In questi casi la persona non riesce a masticare e finisce per ingoiare il boccone intero.
La disfagia è quindi un problema molto diffuso che coinvolge sia gli ospiti di istituti per anziani, sia pazienti domiciliari. Mentre i primi possono usufruire delle cure competenti del personale della struttura, i pazienti domiciliari si trovano ad affrontare l’ulteriore difficoltà di ricevere un’assistenza adeguata per la somministrazione del pasto. Ma cosa intendiamo con il termine “adeguata”?
Per rispondere a questa domanda occorre innanzitutto ricordare che la disfagia non è un problema circoscritto al solo momento deglutitorio, ma va considerato in un contesto più ampio. Occorre innanzitutto individuarne con precisione la causa specifica, poi valutare se il paziente sia in grado di assumere autonomamente una corretta postura durante il pasto (diversamente potrebbe rendersi necessario rivolgersi ad un fisioterapista). Durante la somministrazione delle pietanze è indispensabile assicurarsi che vi sia un idoneo stato di veglia e una sufficiente capacità respiratoria, poiché nel momento deglutitorio il paziente deve rimanere in apnea per qualche istante. Questo gesto, che per noi risulta del tutto naturale, può invece costituire un vero e proprio ostacolo nelle persone che sono state sottoposte a interventi laringei. Da tutto ciò si evince come il quadro sia complesso e richieda molta formazione.
Non sono rari i casi in cui si debba coinvolgere addirittura un’intera équipe di specialisti competenti: medico, fisioterapista, nutrizionista e logopedista.
Quest’ultimo viene spesso visto come la figura professionale che insegna a parlare per cui difficilmente un familiare o un caregiver potrebbe pensare di rivolgersi a lui per ricevere formazione ai fini assistenziali per un paziente disfagico.
Negli ultimi anni tuttavia sono stati predisposti corsi specifici e master annuali in deglutologia che prevedono esami e periodi di tirocinio a cui sempre più spesso partecipano i logopedisti”.

Collegare la disfagia solo agli anziani è quindi errato. C’è un mondo dietro a questo sintomo che – per i più fortunati – può essere momentaneo, per altri implica un cambiamento significativo nello stile di vita. La formazione specialistica è imprescindibile, così come l’aiuto che Idea Flavor può portare nel mantenere viva la memoria di tradizioni alimentari che fanno parte della nostra vita.

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